Il cappotto
dal racconto di Gogol'
con Ferruccio Soleri
L'idea
(Giovanni Allevi)
Da un capolavoro come "Il cappotto" di Gogol' possono essere tratti un'infinità di spunti sui significati letterari e sociali: dalla dimensione ghettizzata del protagonista, vittima dell'apparire e non dell'essere (incredibilmente attuale), alla realtà che si trasforma in grottesco nel momento in cui gli oggetti prendono vita, come nel caso del cappotto.
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A differenza del racconto, ambientato nella Russia dell' 800, ho preferito ambientare la storia in in un luogo e in un tempo indefinito, a sottolineare l'universalità del messaggio: le vicende del protagonista, impiegato comunale innamorato della copiatura di carte, saranno narrate e presentate dai "visionari", personaggi che, apparsi magicamente dal nulla, assumono di volta in volta il ruolo di chi detta e condiziona l'esistenza del protagonista.
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La grande varietà di suoni, voci e personaggi presenti offre la possibilità di realizzare una scrittura scenica che va oltre la quotidianità del racconto e vive invece la sua vita teatrale in un continuo caleidoscopio di immagini, musiche, trasformazioni, spazi teatrali, che pur nella loro unicità si diversificano grazie alla diversità di situazione.
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Musiche e canti eseguiti dal vivo, in una giostra teatrale che non ha pause e vive la spettacolarizzazione (tanto cara a Gogol') come momento di libertà, fa del corpo e della voce strumenti estremamente malleabili da farli divenire orchestra, dove fisicità corporea e vocale degli attori creano il mondo dello stupore attraverso il "gioco", recuperando il significato di "play": giocare-recitare.
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La presenza di Ferruccio Soleri consente poi l'ideale integrazione di questa resa scenica, data la versatilità di un attore che divenuto celebre in tutto il mondo come l'Arlecchino di Giorgio Strehler, può comprendere e interpretare nel migliore dei modi la poliedricità del corpo e della voce in un personaggio che funge da contraltare alla struttura dello spettacolo, dove Soleri è la punta del compasso intorno al quale l'asta iscrive continuamente cerchi concentrici, tutti con un raggio e un colore differenti. E' il trionfo del gioco, dove il dramma viene narrato e vissuto in tutta la sua profondità con la leggerezza di una fiaba
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Tonio Logoluso
da Gogol'